Se mi seguite su Instagram, sapete che negli ultimi post ho ripercorso tutte le tappe necessarie a diventare psicologi.
- Laurea triennale
- Laurea magistrale
- Un anno di tirocinio professionalizzante
- Esame di Stato
Ed ecco l’ultima agognata, sudata, sofferta, travagliatissima tappa per diventare psicologi: l’Esame di Stato. ma che cos’è di preciso l’Esame di Stato?
La risposta “tortura psico-fisica equiparabile ad un crimine di guerra” purtroppo non è accettabile.
In Italia occorre superare un Esame di Stato per ottenere l’abilitazione ad esercitare varie professioni e sono molto felice di comunicarvi che quello per diventare psicologi sia considerato uno dei più difficili fra quelli imposti dal nostro paese.
In sintesi dopo aver studiato ed ottenuto con profitto una laurea triennale ed una magistrale per un totale di cinque anni di studio e dopo aver lavorato gratis per un altro anno, il nostro Stato ha bisogno di un’ulteriore prova della nostra preparazione: per poter esercitare come psicologi dobbiamo infatti superare un difficile esame nazionale, che ha come argomento praticamente tutto quello che abbiamo già studiato in cinque anni.
Come è strutturato l’Esame di Stato per noi psicologi? originariamente era composto da tre prove scritte ed un orale. in tempo di pandemia si è ridotto ad un’unica prova orale che racchiude tutti gli argomenti dei tre scritti.
Prima prova: Psicologia Generale.
dobbiamo scrivere un tema su un argomento estratto il giorno dell’esame. in media ci sono circa una cinquantina di argomenti papabili: memoria, percezione, emozioni, intelligenza, apprendimento… dicono i sacri testi di preparazione all’EDS (Esame di Stato) che per scrivere un tema efficace occorra conoscere almeno tre teorie pseudo-recenti per ogni argomento.
Seconda prova: Progetto.
bisogna ideare un progetto di intervento per una specifica utenza con specifiche necessità. piccolo appunto su questo tema: mentre per la prima prova gli argomenti sono bene o male quelli studiati durante il corso di laurea, quasi nessuna facoltà insegna agli studenti a ideare e costruire progetti di psicologia; quindi quasi tutti i candidati, me compresa, hanno dovuto imparare da zero.
Terza prova: Caso Clinico.
ci sono vari tipi di terza prova e si può scegliere quella affine alla propria laurea magistrale (lavoro, comunità, ecc.). questa è quella che viene proposta a chi come me ha fatto psicologia clinica.
si presenta al candidato un profilo su cui costruire un’ipotesi di diagnosi e di intervento. non occorre quindi solo conoscere a memoria i criteri diagnostici della maggior parte dei disturbi (così da poter effettuare un’efficace ipotesi di diagnosi e diagnosi differenziale), ma è anche necessario conoscere l’organizzazione sanitaria territoriale, i vari tipi di intervento possibili e le opzioni di trattamento disponibili.
Quarta prova: Tirocinio e Codice Deontologico.
siamo quasi arrivati alla fine. dopo tre temi che hanno strappato anima e sistema cardio-circolatorio dal nostro organismo, siamo finalmente di fronte alla commissione d’esame e ci aspetta l’ultima prova: l’orale avente come argomento l’anno di tirocinio professionalizzante ed il Codice Deontologico dell’Ordine degli Psicologi. dobbiamo parlare delle nostre esperienze di tirocinio e, soprattutto, conoscere praticamente a memoria i 42 articoli che compongono il Codice Deontologico degli psicologi.
Chi come me ha dovuto affrontare l’Esame di Stato in tempo di pandemia ha avuto un’amara sorpresa: non solo l’EDS non sarebbe stato eliminato (come era già successo per altre professioni sanitarie), ma avremmo dovuto affrontare tutto l’esame in un unico orale online.
Tutto l’esame. in un unico orale online.
Sono stati concessi circa 45 minuti a candidato per rispondere ad un’unica domanda su psicologia generale, ideare un progetto, risolvere un caso clinico, parlare del tirocinio ed infine rispondere a delle domande sugli articoli del Codice Deontologico.
L’inferno esiste, ed è l’Esame di Stato.
In qualche modo sono riuscita ad ottenere il massimo del punteggio. traguardo inutile, perché l’abilitazione si ottiene anche con la sufficienza, ma fa piacere sapere di aver sputato sangue e sudore per vedere un voto alto.
Farò sicuramente un approfondimento sul Codice Deontologico (consultabile gratuitamente su internet al seguente indirizzo: https://www.psy.it/codice-deontologico-degli-psicologi-italiani ). ci sono molti articoli che dovrebbero essere di pubblico dominio ma che spesso vengono dimenticati.
Occorre un’ultima precisazione a questo mio breve approfondimento sull’EDS per psicologi: recentemente è stato riconosciuto il diritto anche a noi psicologi di sostenere una laurea abilitante, come per altre professioni sanitarie. questo significa che non saremo più costretti a sostenere l’Esame di Stato? non esattamente.
Significa che in un futuro più o meno prossimo (si è parlato del 2024) si rivoluzionerà l’intero ciclo di studi per rendere la laurea in psicologia professionalizzante, eliminando così la necessità di sostenere un Esame di Stato. si tratta di una cosa positiva? non si può dire con certezza.
Eliminare una simile prova non può che essere un grande passo avanti per il sistema didattico nazionale, ormai fisso a schemi e principi antichi di anni, ma temo le ripercussioni sui futuri studenti di psicologia, che potrebbero affrontare un percorso di studi infernale ritoccato ad hoc per giustificare l’assenza di un Esame di Stato.
Posso solo sperare che chi incaricato di compiere questa grande rivoluzione abbia sufficiente lungimiranza e buonsenso da ideare una valida e concreta alternativa all’Esame di Stato.